Settant'anni dal primo voto delle donne in Italia.
di Annarosa Leuzzi, Erika Leuzzi, Francesca Caliandro
Il 10 marzo 1946, quando il Paese si stava riprendendo dal periodo fascista, le donne italiane hanno votato per la prima volta.
È stata una vera conquista, dopo anni di conflitti e ritardi rispetto alle donne statunitensi ed europee. La prima volta si è trattato del voto per le elezioni di circa 400 comuni; ma pochi mesi più tardi, le italiane sono state coinvolte nelle votazioni del referendum tra Repubblica e Monarchia.
La conquista del diritto di voto parte tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento sulle orme degli altri Paesi europei ed extraeuropei: Inghilterra e Stati Uniti. Durante la Prima Guerra Mondiale le donne hanno sostituito gli uomini al fronte e hanno assunto un ruolo ancora più centrale all'interno della famiglia.
Emanuele Modigliani, nel 1922, ha presentato una proposta di legge per il diritto al voto femminile che, però, non è mai stata discussa.
Nello stesso giorno del primo voto delle donne in Italia un decreto introduce che sono eleggibili all'assemblea costituente i cittadini e le cittadine che, al giorno delle elezioni, abbiano compiuto il 25° anno di età.
Infatti, quel giorno furono elette un gruppo di 21 donne. Dovrà passare molto tempo prima di arrivare a delle vere e proprie conquiste.
Nel 1950 è stata formulata la legge sul congedo di maternità, mentre nel 1960 le donne sono state ammesse a tutte le professioni e nel 1963 esse sono state ammesse in magistratura.
Infine vanno ricordati il voto delle donne del 1974 per il referendum, nel 1981 per la legge sul divorzio e nel 1978 per cancellare la legge sull'aborto.