

La centrale termoelettrica "Federico II" di Cerano, Brindisi, è una delle più importanti in Europa ed una delle più estese, entrata in esercizio nel 1997. Il ciclo di funzionamento della centrale inizia con l'arrivo del carbone, nell'omonimo parco per lo stoccaggio a cielo aperto, da Costa Morena. Qui il carbone, specialmente nel periodo estivo deve essere continuamente "mosso" per evitare che avvenga un'auto-combustione. È in atto un progetto che prevede lo smantellamento dell'attuale parco per dare spazio al più pulito ma meno ampio sistema di stoccaggio in depressione. Dal punto di deposito, il carbone viene portato tramite un nastro trasportatore in caldaia dove, dopo essere stato ridotto in polvere dai mulini, è utilizzato per alimentare i bruciatori.
Il calore prodotto viene così sfruttato per portare l'acqua allo stato di vapore nei tubi della caldaia. Questo viene poi surriscaldato e portato quindi ad una notevole pressione per poi raggiungere le turbine,
cioè dei dispositivi che trasformano l'energia posseduta dal vapore in energia meccanica. Le turbine presenti sono quattro e coassiali e rispettivamente per alta, media, e bassa pressione (due di quest'ultimo tipo). Queste sono collegate ad un alternatore, una macchina in grado di trasformare l'energia meccanica in energia elettrica alla tensione di circa 20 kV.

I trasformatori, infine, permettono di elevare questa tensione a 380 kV per essere immessa nella rete di trasporto.
Il percorso del vapore continuar dopo aver superato le turbine, ha ormai perso gran parte della sua energia e viene convogliato nel condensatore che ha il compito di raffreddare del tutto il vapore e riportarlo allo stato liquido così poi da essere riutilizzato in un nuovo ciclo.
Per il raffreddamento ci si avvale dell'acqua marina prelevata tramite delle pompe che viene poi riversata in un bacino di calma che ha la funzione di non scaricarla in modo del tutto diretto,
perché divenuta nel contempo più calda, in mare evitando uno squilibrio dell'ecosistema marino.
I fumi prodotti durante la combustione nella caldaia vengono invece indirizzati al camino dopo essere passati attraverso i denitrificatori (che riducono la percentuale di azoto e dei suoi ossidi), gli elettrofiltri (che trattengono le ceneri) ed il desolforatore (che diminuisce la percentuale di biossido di zolfo). Il biossido di zolfo viene fatto reagire con il calcare formando così gessa ed insieme ai fanghi e alle ceneri prodotte, vengono venduti in Italia ed all’estero come basi per il calcestruzzo e per materiali edili.
La centrale di Cerano, inoltre, è sede dell' impianto pilota per la cattura dell'anidride carbonica, operativo da Giugno 2010. La CO2 viene mandata sotto forma liquida nelle zone di estrazione del metano dove verrà messa al suo posto per non creare differenti equilibri di pressioni nel sottosuolo. Tale progetto sta facendo scalare alla "Federico II" la classifica delle centrali pulite, che invece era ritenuta dal WWF una delle peggiori nel 2007. La centrale è in conclusione una delle più efficienti, infatti ha una potenza complessiva di circa 2640 MW suddivisa in quattro sezioni.